La corretta posizione sulla bici è un fattore determinante per poter sviluppare il massimo dell’efficienza e trasmettere ai pedali tutta la potenza disponibile, senza dispersione di energia. La ricerca della posizione ottimale è utile sia per i ciclisti più esperti che per i principianti e deve soddisfare due principi soggettivi che vanno messi in correlazione e mediati: comfort e giusta biomeccanica.
Il primo principio serve per riuscire a mantenere la posizione il più a lungo possibile, il secondo è necessario per poter esprimere al meglio le proprie potenzialità.
La giusta mediazione tra questi due principi permetterà di ottenere una posizione priva di errori dal punto di vista biomeccanico e, contemporaneamente, la più comoda e performante possibile.
L’assetto che si assume in bicicletta è vincolato a dei punti particolari: gli appoggi.
I punti di contatto fra il corpo e la bicicletta, quali sella-bacino, piedi-pedali, mani-manubrio descrivono un triangolo la cui lunghezza dei lati è caratteristica per ogni individuo; nel momento in cui si sarà definita tale triangolazione di appoggio ideale, si sarà ottenuta la misura corretta del telaio da utilizzare.
Un’altezza della sella elevata riduce l’efficienza di spinta sui pedali e apporta tensioni che predispongono o conducono a patologie da sovraccarico funzionale. In una situazione del genere nella prima parte della spinta la gamba riesce a imprimere una buona potenza sui pedali, ma nell’ultima fase la spinta non è più efficace con un considerevole rallentamento al punto morto inferiore. La sella alta costringe ad una maggiore distensione della gamba e ad una conseguente oscillazione del bacino nella fase finale della spinta. Tale situazione può apportare alla schiena sollecitazioni tali da essere causa di patologie alla schiena.
Una sella troppo bassa rende difficoltoso il superamento del punto morto superiore; il rallentamento nella rotazione del pedale che ne consegue e la condizione non ottimale del ginocchio e dei muscoli estensori determinano una fase iniziale di spinta limitata e una notevole dispersione di energia nella fase finale.
Una sella troppo arretrata determina una condizione di maggior impegno muscolare del comparto posteriore con un minor coinvolgimento del muscolo quadricipite femorale. Per quanto riguarda la fase di recupero nella pedalata, la maggior distanza dell’articolazione dell’anca dal pedale determina una maggior resistenza nella risalita del pedale.